L'Allievo

L’idea del futuro
Un concetto molto importante da capire che spesso ci impedisce di essere in sintonia con il cavallo e’ l’idea del futuro. Il concetto di futuro e’ molto sviluppato nell’uomo. La maggior parte delle volte che noi produciamo delle azioni siamo spesso coscienti che queste azioni avranno delle ripercussioni nel futuro. Per noi quindi e’ importante la quantita’ di tempo dedicata a un comportamento piuttosto che a un altro. Un comportamento indesiderato deve terminare prima possibile altrimenti lo percepiamo come una cosa negativa, una sfida.
Il cavallo al contrario non ha un’idea del futuro molto sviluppata: per lui il tempo passato nell’esecuzione di un comportamento non assume importanza, l’importante e’ lo stato di confort raggiunto nell’istante immediato che segue al rilascio di una pressione o il ricevimento di un premio.

 

 

Esempi pratici
scenario : A ) durante un’ora di addestramento, all’inizio il cavallo oppone resistenza alle nostre richieste e noi applichiamo molte pressioni. Supponiamo 10 pressioni. Il cavallo si “ribella” a nove pressioni (emette comportamenti diversi da quello richiesto e riesce ad ottenere il rilascio delle pressioni) mentre cede alla decima (emette il comportamento desiderato e così riceve il rilascio della pressione). Il tutto avviene in un paio di minuti. A questo punto pensiamo di avere avuto una vittoria perche’ il cavallo ha resistito solo 2 minuti e lavorato per tutto il resto dell’ora.

 

scenario: B ) durante un’ora di addestramento, nella prima mezzora il cavallo oppone resistenza alle nostre richieste e noi applichiamo una pressione e la manteniamo aspettando che il cavallo ceda. Il cavallo cede dopo mezzora, emette il comportamento desiderato e riceve il rilascio della pressione. Nella nostra testa pensiamo di essere stati sconfitti perche’ il cavallo si e’ opposto per mezzora.

Dal punto di vista del cavallo nel primo scenario ha vinto lui perche si e’ opposto al 90% delle nostre richieste e ha ceduto solo nell 10%. Nel secondo scenario ha perso perche’ ha dovuto cedere al 100% delle nostre richieste.

Con l’andare dell’addestramento nel primo caso saremo sempre li a dover ripetere le richieste e gli esercizi perche’ in qualsiasi momento, specialmente quelli più difficili, il cavallo sa che può fare un passo indietro e non seguire le nostre richieste.

Nel secondo caso il cavallo sa che deve seguire sempre le nostre richieste e il tempo di risposta si abbrevia a tal punto da essere impercettibile e consentire così una sessione di addestramento costruttiva che passo dopo passo consente di arrivare a un livello di affiatamento incredibile.

Questo concetto ci spiega quanto sbagliata sia la massima che recita: il cavallo e’ un animale ripetitivo e ad ogni seduta di addestramento bisogna ripetere in continuazione gli stessi esercizi perche’ altrimenti si dimentica, cioè non impara. Come mai allora e’ velocissimo ad imparare una difesa ( che non e’ altro che l’emissione di un comportamento per il rilascio delle pressioni), non ha bisogno di ripeterla per memorizzarla, ed e’ in grado di attuarla anche dopo anni che non la usava se si trova nella stessa condizione?

 

Il Comportamento Investigativo
A questo ragionamento va collegato il comportamento investigativo che nel cavallo, specialmente se di giovane eta’, deve essere rispettato per lasciargli il tempo di imparare. Questo concetto si riaggancia allo scenario B. Spesso i puledri hanno bisogno di tempo per terminare il processo investigativo e imparare una cosa nuova. Vista e udito sono i sensi maggiormente dedicati al comportamento di allerta e fuga, olfatto e tatto sono i sensi maggiormente dedicati alla conoscenza. Vista e udito normalmente sono i primi a rilevare un nuovo oggetto o essere vivente; il cavallo normalmente alza e allunga il collo verso la direzione da investigare e si blocca in questa posizione. A questo punto il cavallo comincia ad annusare intensamente l’aria e, appena ritiene che tutto sia sicuro, comincia a muoversi molto lentamente verso l’oggetto sconosciuto per annusarlo da vicino e toccarlo con le labbra. Se noi interpretiamo come ribellione alle nostre richieste questo momento investigativo e aumentiamo le pressioni per ottenere il comportamento desiderato, quando il cavallo e’ ancora nello stato di allerta e fuga e non ha ancora terminato il processo di esplorazione e conoscenza dell’oggetto in questione, spingiamo il cavallo a trovare una via di fuga sia dall’oggetto che crea il problema, sia dalle nostre pressioni con l’esecuzione di una “difesa”. Se invece diamo al puledro il tempo di terminare il comportamento investigativo senza aumentare il livello delle pressioni , emettere il comportamento desiderato e il conseguente totale rilascio delle pressioni, avremo un cavallo sereno che segue fiducioso le nostre richieste e migliora esponenzialmente durante l’addestramento . Egli imparera’ a velocizzare il tempo di attesa necessario al passaggio dallo stato di allerta e fuga a quello della conoscenza per poi rimanere sempre in uno stato psicologico orientato alla conoscenza. A questo punto il tempo speso durante l’addestramento iniziale viene ampiamente recuperato perche’ il cavallo avra’ “imparato a imparare”, e’ piu veloce a capire nuove e piu complesse richieste di lavoro e non ha bisogno di ripetere continuamente gli esercizi