Il Linguaggio

In questi ultimi anni sono nate molte teorie che hanno cercato di spiegare quale sia il miglior linguaggio da usare per comunicare con il cavallo. Poiche' molti studi etologici che riguardano il cavallo non sono organizzati in maniera scientifica, spesso avviene che lo sperimentatore giustifichi queste teorie basandosi su idee precostituite e non su quello che osserva.

La storia di Clever Hans il cavallo che risolveva equazioni matematiche
Per capire meglio questo concetto e quale sia il linguaggio miglior da usare con il cavallo, bisogna brevemente ricordare la storia di Clever Hans.

Clever Hans era un cavallo tedesco vissuto all'inizio del 1900. Il proprietario di Hans, Wilhelm Von Osten, era convinto di avergli insegnato a risolvere problemi matematici. Clever Hans aveva imparato a dare la corretta risposta numerica picchiando con la zampa anteriore il terreno tante volte quante era il numero della risposta e poi si fermava. Inizialmente la comunità scientifica concluse che non c'era nessun trucco da parte dell'addestratore e ritenne che Clever Hans avesse l'intelligenza di un bambino di 14 anni. Successivamente, lo Psicologo Pfungst dimostrò che, all'insaputa del suo addestratore, Clever Hans aveva imparato a decifrare il problema matematico basandosi sulla tensione involontaria dei muscoli posturali e del viso di Von Osten. Hans cominciava a battere con il piede la risposta e quando si avvicinava al numero richiesto la muscolatura del suo addestratore si tendeva involontariamente per poi rilassarsi di colpo quando Hans raggiungeva il numero previsto. Questo era il segnale che Hans aveva imparato ad usare per fermarsi e di conseguenza per dare la risposta che l'addestratore gli aveva richiesto.

La scoperta dello psicologo Pfungs sulla capacita' di Hans di cogliere questi impercettibili segnali del corpo umano assieme alla scoperta che questi segnali erano involontari e presenti anche se lo sperimentatore cercava di nasconderli, ha aperto successivamente la strada alla scoperta del linguaggio subliminale. Linguaggio che ognuno di noi usa, ma che la maggior parte di noi non riesce a vedere.

Questo ci insegna che il cavallo è perfettamente in grado di leggere anche la piu piccola tensione muscolare involontaria del nostro viso. Non dobbiamo quindi preoccuparci di sviluppare un nuovo linguaggio per poter comunicare con il cavallo poichè per lui siamo come un libro aperto. Dobbiamo invece essere consapevoli dei messaggi che noi inviamo.

 

Evoluzione del linguaggio

Charles Darwin nel suo libro “L' espressione delle emozioni nell'uomo e negli animali” aveva anticipato i concetti appena discussi. Egli riteneva che durante l'evoluzione le forme più complesse di animali mantenessero all'interno le forme piu semplici ed istintive di comunicazione.

Così il liguaggio si è evoluto attraverso varie fasi. La prima forma di linguaggio fu sviluppata dai primi esseri unicellulari attraverso l'uso di sostanze chimiche per poi passare all'uso del tatto nei primi invertebrati. Con la comparsa della vista si è passati da un linguaggio inizialmente basato sui colori del corpo, ad un linguaggio che sfruttava e controllava in maniera più attenta i movimenti del corpo. Infine, nell'uomo, si è sviluppata la parola, come forma altamente complessa di linguaggio.

Noi esseri umani spesso siamo inconsapevoli del fatto che abbiamo mantenuto all'interno di noi tutti questi tipi di linguaggio perché focalizziamo la nostra attenzione sulla parola. Solo quando non siamo in grado di usarla ci accorgiamo di quanto gli altri sensi possano aiutarci a comunicare. L'olfatto percepisce il linguaggio chimico degli odori. Il tatto è un organo molto sviluppato in grado di comunicare molti concetti. Il Brile, per esempio, che è una sequenza di piccoli puntini insignificanti per i più', diventa un linguaggio altamente complesso per i ciechi. Con la vista non solo siamo in grado di comunicare con il linguaggio del corpo, ma abbiamo mantenuto anche le forme piu primitive di comunicazione come l'arrossire. Le persone timide infatti si esprimono non solo abbassando la testa e chiudendo le spalle ma anche arrossendo in viso in modo incontrollato. La comunicazione attraverso il linguaggio del corpo raggiunge il suo massimo livello quando siamo in presenza di persone sorde che hanno imparato a leggere le labbra. Esse sono in grado di seguire perfettamente una conversazione quardando il nostro viso. Per comunicare con loro basta che parliamo normalmente, dobbiamo solo fare attenzione a mantenere il nostro viso in direzione dei loro occhi. Cosa che spesso ci dimentichiamo di fare data la naturalezza con cui riescono a partecipare alla conversazione.

 

I due linguaggi piu efficaci per comunicare con il cavallo:il linguaggio del corpo e il tatto

Questi esempi posono essere translati al linguaggio da usare con il cavallo. Il cavallo, non avendo sviluppato la parola, vive in un mondo di comunicazioni basate puramente sull'uso degli altri sensi. Per lui è normale percepire la grande quantità di messaggi che noi inviamo attraverso il corpo e il tatto. Siamo noi che dobbiamo prendere consapevolezza di questo, e, da un lato, imparare a organizzare questi segnali in modo che siano coerenti e quindi più comprensibili al cavallo come nel caso di Clever Hans, dall'altro sviluppare la nostra capacità nell'uso della vista e del tatto per percepire gli innumerevoli messaggi che il cavallo ci invia.

Un metodo efficace per comunicare con il cavallo è il linguaggio del corpo. In questi ultimi anni, soprattutto grazie alle scuole del natural hormanship, si è data molta importanza all'uso di questo tipo di comunicazione. Tuttavia questo non è l'unico modo di comunicazione che dobbiamo perfezionare. Il linguaggio del corpo infatti è molto efficace nel nostro rapporto da terra con il cavallo, mentre diventa quasi inutile quando montiamo. In questa situazione infatti il cavallo non ci vede ma ci sente e quindi doppiamo maggiormente concentrarsi sul senso del tatto. Quando montiamo il cavallo sente la nostra piu piccolo contrazione muscolare ed è in grado di associarla a dei concetti. Gli aiuti ( mano, gambe, peso del corpo,) sono strumenti che usano il tatto come mezzo di comunicazione. Questo spesso è il limite degli esercizi sviluppati dalle scuole del Natural Horsmanship che spesso hanno difficoltà a trasferire da montati le grandi conquiste fatte nella comunicazione da terra.

L'equitazione classica a questo proposito invece ha sviluppato una serie di esercizi che sono altamente efficaci nello sviluppare la nostra comunicazione quando montiamo il cavallo.

L'Equitazione Consapevole di Angelo Telatin ha raccolto gli esercizi piu efficaci, ma soprattutto etologicamente corretti, e ne ha spiegato il motivo che li rende tali alla luce della psicologia dell'apprendimento.

 

Esempio:
Un esercizio molto valido per sviluppare il tatto come principale senso da usare per migliorare la nostra precisione nel salto e' quello di superare ad occhi chiusi 4 barriere a terra al trotto con un verticale posto a tre metri dall'ultima barriera a terra . E' sorprendente vedere come gli allievi abbiano problemi a trovare l'equilibrio con gli occhi aperti perchè l'uso della vista in genere fa anticipare il salto o rimanere in “ carrozza” in quanto quello che noi vediamo come momento ideale del salto spesso non coincide con quello del cavallo. Problemi che svaniscono appena l'allievo esegue l'esercizio ad occhi chiusi. Dopo il primo salto in cui c'e tensione per paura di non essere in grado di comunicare con il cavallo, è sorprendente notare come le sensazioni tattili prendano il sopravvento e si possa raggiungere una sintonia di comunicazione molto elevata usando i muscoli dell'inforcatura da parte del cavaliere e quelli della schiena e delle spalle da parte del cavallo. Lo stesso esercizio diventa molto piu efficace se eseguito con una mano dietro la spalla.

Migliorare l'uso del tatto come linguaggio di comunicazione quando si monta spiega come sia possibile raggiungere una sintonia con il cavallo tale da poter eseguire anche salti molto elevati senza la testiera solo con l'uso del collare. Il collare può essere usato anche come strumento di allenamento per interrompere nell'allievo il riflesso vista mano. Riflesso tipico di noi esseri umani che inibisce fortemente l'uso delle sensazioni tattili e quindi limita la comunicazione quando si monta a cavallo.